Terzo ospite del Foggia Festival Sport Story. Il tennis che fu? Una cosa romantica

Venerdì 28 giugno, ore 19.30. Protagonista lo scrittore e traduttore di alcuni dei più grandi autori del Novecento

La presentazione del libro avrà luogo al Tennis Club di Foggia, in uno degli impianti della storica struttura

Il tennis quando non era ancora tennis, quand’era “sticky” – suo primo nome: una pallina e due specie di racchette custodite in un bauletto, senza neanche un campo. Una galleria di grandi personalità che arriva fino alla soglia del 1970, praticamente prima del cosiddetto “Grande Show”, per dirla con le parole di un altro “fissato” delle racchette, David Foster Wallace. Perché tale è, Matteo Codignola, nonostante la sua attività di fine scrittore e traduttore di grandissimi del Novecento – su tutti, Mordecai Richler e Patrick McGrath. È il terzo ospite del Foggia Festival Sport Story 2019: venerdì 28 giugno, alle ore 19.30, l’autore presenta il suo gustosissimo libro dal titolo Vite brevi di tennisti eminenti (Adelphi, 2018) e lo fa in una delle strutture sportive storiche di Capitanata: il Tennis Club di Foggia (Via del Mare km 4,5). Dopo gli incontri in Piazza U. Giordano con Giorgio Terruzzi e Maurizio Crosetti, dunque, la manifestazione si sposta nel tempio del tennis foggiano, anzi, scende proprio in campo: la presentazione con Matteo Codignola, infatti, avrà luogo all’interno di uno dei campi del Club, tra le linee dell’out e la rete divisoria e, naturalmente, sarà aperta a tutti, non solo ai soci – in occasione dell’incontro, inoltre, verrà offerto un aperitivo. A conversare con lo scrittore, sarà il giornalista sportivo e autore Alessandro Mastroluca, insieme con il lettore e appassionato di tennis Lorenzo Frattarolo. Infine, anche questo appuntamento verrà anticipato da un’incursione teatrale ispirata al libro a cura degli attori della Piccola Compagnia Impertinente. Previsti i saluti del presidente del Tennis Club, Valeria Corrado

Vite brevi di tennisti eminenti (Adelphi, 2018; pagine 290). Prima che il ragazzone in copertina, Jack Kramer, lo chiudesse per sempre nella confortevole camicia di forza del professionismo, il tennis era un mondo libero e per molti versi alieno, dove ognuno sembrava dare, del gioco, un’interpretazione quantomeno personale: Torben Ulrich tentava di cogliere, in stadi e palazzetti, il suono perfetto della palla sulle corde; « Teach » Tennant, che aveva insegnato a Carole Lombard e Joan Crawford, cercava di trasformare le sue giocatrici in «statue di tennis»; e Art Larsen – oh, Art seguiva sempre e solo i consigli del suo coach immaginario, l’aquila reale appollaiata, durante i match, sulla sua spalla. Quel mondo rivive in questi racconti, che sono lunghe didascalie di altrettante foto d’agenzia degli anni Cinquanta, trovate per caso nella valigia di un collezionista. Con varie sorprese, e almeno una scoperta: dietro a volti e nomi ormai esotici – Gottfried von Cramm, Beppe Merlo, Pancho Gonzales – si nasconde infatti qualcosa di cui il tennis arcaico era intessuto, mentre quello survoltato di oggi sembra averne smarrito anche solo il profumo: un meraviglioso intrico di storie.

Matteo Codignola. Genovese, milanese di adozione, è scrittore, traduttore, critico e curatore nonché editor di riferimento della prestigiosa casa editrice Adelphi. Ha tradotto alcuni dei più importanti scrittori del Novecento, come Patrick McGrath (“Follia”), Patrick Dennis e Mordecai Richler. Di quest’ultimo, ha tradotto il celeberrimo La versione di Barney, tra i romanzi più letti di sempre. Dopo aver curato e tradotto l’edizione italiana di Tennis di John McPhee, ha scritto Vite brevi di tennisti eminenti (sempre per Adelphi): venti storie di campioni del passato per sapere tutto sullo sport più letterario che ci sia, con sprazzi autobiografici. Tra i suoi libri, sempre per Adelphi: Un tentativo di balena e Mordecai (con Mordecai e Noah Richler).

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