“La spirale del tempo”, incontro a più voci
Un nuovo metodo trasformativo di indagine storica. Il lavoro della “Comunità di storia vivente”
Lunedì 16 dicembre, ore 17. Ubik Foggia. Incontro
organizzato dal circolo “La Merlettaia”
Presenta
il libro, Stefania Tarantino. Protagonista della serata anche la Comunità di
Foggia
Dalla
pedagogia della differenza al lavoro di autocoscienza della Libreria delle Donne di Milano, punto
di riferimento storico del pensiero femminista italiano, entro il cui ambito si
inserisce il recente apporto della Comunità
di storia vivente. La spirale del
tempo (Moretti & Vitali, 2019) è l’esito di quell’eredità e,
soprattutto, del lavoro sul campo storico e filosofico operato negli ultimi
dieci anni dalla Comunità, confluito in un libro che accoglie una serie di
contributi a più voci, oggetto della presentazione di lunedì 16 dicembre, alle ore 17, nello spazio live della libreria Ubik di Foggia. A presentarlo, la
docente Stefania Tarantino, chiamata
ad accogliere anche gli interventi di Laura
Minguzzi e Marirì Martinengo,
quest’ultima fondatrice della Comunità milanese. Inoltre, durante la serata,
interverranno anche Rosy Daniello, Adele
Longo, Anna Potito e Katia Ricci, della Comunità
di storia vivente di Foggia. L’appuntamento è organizzato in collaborazione
con il circolo foggiano La Merlettaia.
La spirale del tempo.
Storia vivente dentro di noi
(Moretti & Vitali, 2019; scritti di: Maria-Milagros Rivera Garretas,
Marie_Thérèse Giraud, Marirì Martinengo, Laura Minguzzi, Laura Modini, Giovanna
Palmeto, Marina Santini, Luciana Tavernini). Il libro propone un metodo
trasformativo di indagine della storia che prende avvio dalla individuazione
del nodo irrisolto di “chi” narra la storia. Il soggetto narrante ha una doppia
funzione perché è anche documento vivente. La Comunità di storia vivente di
Milano propone la novità metodologica della rilettura dei fatti storici a
partire dal nodo irrisolto della narratrice. La pratica della “storia vivente”
indaga il profondo enigma che ha generato ciò che ciascuno e ciascuna è
diventata: narrarlo e scriverlo è un
nuovo modo di fare la storia. La filosofa spagnola Maria Zambrano chiama
“viscere” il sé profondo che si espone, svelando i due livelli in cui corre la
storia: uno che registra il visibile, che segue un ordine di fatti in
successione, razionale, finalizzato al progresso; l’altro sotterraneo, oscuro,
“le viscere della storia”, che regge il primo senza apparire, pure
rappresentandone l’indispensabile supporto. Con la pratica della “storia
vivente” si intende aprire le porte tra i due livelli.
La Comunità di storia
vivente di Milano lavora da oltre dieci anni nello spazio della Libreria delle
donne di Milano.
Ha avuto inizio con la pubblicazione del libro La voce del silenzio di Marirì Martinengo, la fondatrice della
comunità. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste e in siti; ha partecipato
a convegni nazionali e internazionali dove è invitata per presentare
l’innovazione teorica di cui la Comunità è autrice.