ROSSO È IL SEMAFORO, ROSSO È L’ASFALTO

Diciotto. E’ forse uno dei numeri più significativi della nostra vita, quello che aspettiamo con maggiore ansia. Facile capire il perché. Una volta spenta la diciottesima candelina, si possono fare tutte quelle cose che ci fanno sentire “grandi”. Possiamo votare per il politico che tanto ci piace, possiamo arruolarci, possiamo firmarci da soli le giustifiche per le assenze (evvai!).

Tuttavia se c’è una cosa per la quale davvero non vediamo l’ora di essere maggiorenni, quella è la patente. Eppure non ci rendiamo conto dell’enorme responsabilità che portiamo addosso con quel pezzo di carta.  Siamo responsabili della vita di chi viaggia con noi e di chi si trova sul nostro cammino. La sfida del pericolo, l’incoscienza, l’immaturità, la ricerca di emozioni estreme, spesso ci inducono a perdere di vista questa responsabilità e diventano causa di numerosi incidenti, molti dei quali mortali. Gli ultimi dati statistici parlano da soli: 3.650 morti nel 2012, e parlano di vere e proprie stragi, di un bollettino di guerra. Viene quindi fuori l’importanza del ruolo rivestito dalle autoscuole, le quali dovrebbero essere centri di sensibilizzazione ad una problematica che costituisce la prima causa di morte tra i giovani.

E’ anche “Autoscuola Italia” a pensarla così, sponsor del nostro giornale che da sempre s’impegna a richiamare questa tematica all’attenzione dei ragazzi e che assieme alla nostra redazione vuole far scattare qualcosa nelle coscienze dei neopatentati, magari quel qualcosa si tradurrà in un cocktail in meno prima di mettersi in macchina, oppure spingerà ad alzare un po’ più spesso il piede dall’acceleratore, perché andare veloce non ti farà avere gli applausi degli amici. Oppure magari a far riflettere saranno un mazzo di fiori legato ad un palo che qualcuno ha lasciato lì, forse per tristezza, forse per rispetto, e il rosso… no, non il rosso del semaforo. Il rosso del sangue rimasto indelebile sull’asfalto, un po’ come lo schizzo di un quadro o una triste poesia, un po’ come una traccia che non va più via.

 

 

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