Parafrasando il fratello Giovanni

Il giorno 5 dicembre, l’Associazione Studentesca “Aria Nuova”, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Foggia, ha organizzato un incontro nell’Aula Magna “Valeria Spada” della Facoltà di Economia, con la prof.ssa Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni, considerato uno fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia. L’invito, accettato dalla stessa con immenso piacere, è stato fatto al fine di conferire alla professoressa Falcone il “Sigillo dell’Università di Foggia”.Questa è stata l’occasione per la stessa Maria di portare avanti le idee e la lotta intrapresa dal fratello Giovanni il quale, per le stesse, ha perso la vita per mano della mafia; infatti, lo slogan portato avanti dalla prof.ssa Falcone: <<gli uomini passano, ma le idee restano>>, spiega la ragione per cui lei stessa si sente in dovere,ancora oggi, a distanza di oltre vent’anni dalla morte del fratello, di continuare a parlare di un problema che purtroppo riguarda, non solo la città di Palermo, ma tutto il meridione, compresa la Capitanata, sulla lotta alla criminalità organizzata. Innanzitutto si è parlato di chi fosse realmente Giovanni Falcone, nato a Palermo, fin da piccolo amava trascorrere gran parte del suo tempo nella biblioteca di famiglia. Una volta terminati gli studi, intraprese la carriera navale ma ben presto capì che la sua vera passione fosse la legge, tant’è che nel ’61 si laureò con 110 e lode. La passione per la giurisprudenza lo portò a vincere il concorso in magistratura, divenne un giudice di ottima fama. Svolgendo il suo lavoro, ben presto si rese conto che ogni fascicolo giudiziale riguardante la malavita siciliana non poteva essere considerato un fatto a sé stante, bensì occorreva prendere in considerazione il fenomeno in modo unitario. Giovanni, come ha riferito la sorella, non ha mai avuto paura di affrontare il problema della mafia anzi, ha sempre lottato per la legalità, divenendo una sorta di rappresentante di tutti quei palermitani onesti che, grazie al magistrato Falcone il quale ha smosso la loro coscienza da quel pietoso stato di accettazione del problema, si sono resi conto che la mafia è un corpo estraneo alla società ed hanno iniziato ad impegnarsi per rigettare l’omertà e sconfiggere una volta per tutte il silenzio e l’indifferenza dinanzi a questo grande problema. Maria Falcone ha voluto sottolineare il rispetto che suo fratello Giovanni aveva nei confronti di chi faceva parte di associazioni mafiose in quanto, <<è necessario non dimenticare mai che anche il peggior assassino ha un minimo di dignità>>. A questo punto sorge spontanea una domanda, ossia:  noi cittadini cosa possiamo fare? A questa richiesta, la signora Falcone si è affrettata a rispondere che ognuno di noi deve semplicemente “fare il proprio dovere” di Vero cittadino, anteponendo quindi, se necessario, l’interesse della collettività al di sopra del proprio, divenendo cioè servitore dello Stato. La mafia, infatti, non è che un fatto umano, e come tale ha un inizio ed una fine, e quindi potrà arrivare anche la fine di questo importante fenomeno, ma solo se verranno  impegnate in battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni e tutto ciò, si appresta a precisare, deve valere anche per la città di Foggia, dove talvolta la legalità viene sostituita con un comportamento di vigliaccheria, in cui è la paura a dominare. Per tale ragione sono state ricordate anche le parole del presidente Kennedy a proposito della medesima questione, secondo il quale <<occorre compiere il proprio dovere, costi quel che costi: in ciò sta l’essenza della dignità umana!>>. Infine, facendo riferimento alla Strage di Capaci, in cui perse la vita il fratello, la moglie Fancesca Morvillo e gli uomini della scorta, Maria Falcone ha riferito una frase molto significativa, ossia: <<Si può spezzare un fiore, ma non si può interrompere la primavera!>>. Dopo l’incontro, la redazione del Sottosopra ha incontrato Maria Falcone al fine di porle alcune domande.

1)      Suo fratello sosteneva che la mafia è un fatto umano e che come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine, oggi oltre venti anni dalla sua morte voi credete che la lotta contro la mafia sia a buon punto o che nel corso degli anni è andata affievolendosi? Per quanto riguarda la Sicilia, la mia città, Palermo, la mafia è nettamente diminuita e si è diversificata, mentre per quanto riguarda tutta l’Italia nel corso degli anni la malavita organizzata è andata aumentando. 2)I giovani d’oggi si abbattono facilmente a causa delle gravi situazioni circostanti, cosa consigliate loro per affrontare al meglio la vita e per conservare i propri valori? Consiglio ai giovani d’oggi di non perdere mai la speranza, di camminare sempre a testa alta, come ci dice Papa Francesco di uscire, di non chiuderci in casa e di conservare e seguire i valori che ci hanno donato mio fratello Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

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