L’importanza di un punto interrogativo. Il clima di cordialità con cui si è conclusa la sessione dei lavori del seminario nazionale organizzato dal CIDI di Foggia a San Giovanni Rotondo il 9 e 10 maggio 2014 sul tema ““La valutazione:fattore di cambiamento e di crescita della scuola?”, rimane la più bella immagine da portare nel cuore di tutti i convenuti. I due giorni di lavoro hanno registrato una presenza di 300 partecipanti, operatori del mondo della scuola protagonisti del difficile compito educativo, alla presenza e guida di relatori qualificati provenienti da settori dell’amministrazione pubblica (Lucrezia Stellacci e Raffaele Ciambrone), dal mondo accademico e della ricerca (Roberto Ricci e Pietro Lucisano), dall’esperienza associativa e didattica- organizzativa ( Beppe Bagni, Mario Ambel, Ivana Summa e Anna Armone). Le due giornate sono state scandite da momenti di ascolto delle relazioni in assemblea plenaria e dai gruppi di lavoro nei quali si è avviata una profonda riflessione sugli elementi che caratterizzano il processo valutativo: la valutazione di sistema,la valutazione d’istituto,la valutazione degli apprendimenti con particolare attenzione agli indicatori necessari per una valutazione che sia realmente inclusiva, la valutazione del servizio scolastico e l’apporto delle tecnologie per il miglioramento del sistema stesso. Gli interventi dei vari relatori hanno sottolineato come il cammino finora intrapreso presenti luci ed ombre, sia a livello normativo che operativo, ma nel contempo hanno condiviso che la valutazione è necessaria al sistema scolastico in tutti i suoi ambiti in quanto servizio sociale e pubblico. E’ necessario condividere le finalità, modalità e strumenti della valutazione con tutti gli attori coinvolti nel delicato compito educativo e formativo delle nuove generazioni. La valutazione del sistema scolastico, con riferimento al regolamento DPR 80/2013,in tutti i suoi aspetti deve prevedere una partecipazione attiva delle singole istituzioni scolastiche , sia per quanto riguarda il servizio scolastico e il processo di apprendimento degli alunni, che per la qualità della didattica degli insegnanti . E’ auspicabile incentivare il lavoro in rete tra i soggetti del mondo accademico e della ricerca e i vari livelli di operatività del sistema scolastico. Un contributo importante nella costruzione di un sistema di valutazione può essere svolto dalle associazioni , in quanto luoghi di riflessione e progettazione di percorsi innovativi e condivisi per un concreto e proficuo cambiamento del mondo della scuola. Il presidente nazionale del CIDI, il prof. Beppe Bagni, nel suo intervento conclusivo citando una frase del racconto dell’isola sconosciuta di Josè Saramago “bisogna allontanarsi dall’isola per vedere l’isola, e che non ci vediamo se non ci allontaniamo da noi” ha messo in risalto l’importanza di momenti come questi appena vissuti per riscoprire le ragioni di un impegno per la scuola. La scuola è una comunità educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo. Una scuola non solo per sapere dunque ma anche per crescere, attraverso l’acquisizione di conoscenze, competenze, abilità, autonomia, nei margini delle capacità individuali, mediante interventi specifici da attuare sullo sfondo costante e imprescindibile dell’istruzione e della socializzazione. Quindi comunità intesa come: comunità professionale, comunità di apprendimento collaborativo, comunità educativa,comunità di pratica. Il Papa Francesco nel discorso alla scuola italiana in Piazza S. Pietro il 10 maggio 2014 , ha citato un proverbio africano: “ ‘Per educare un figlio ci vuole un villaggio’. Per educare un ragazzo ci vuole tanta gente, famiglia, scuola, insegnanti, personale assistente, professori, tutti”. Il CIDI è impegnato con i propri associati e i simpatizzanti dei suoi comitati territoriali nell’educazione delle nuove generazioni. La fiducia nella potenzialità di ciascuna persona ha portato nei decenni scorsi a rompere schemi consolidati, rigidità scientifiche, ottusità. Anche se l’ottimismo e la fiducia da soli non bastano, è, tuttavia, solo con essi che possono attivarsi processi e percorsi di educazione, integrazione e riscatto, inclusione. Solo con essi si potrà sempre “ascoltare” il possibile dietro l’apparente impossibile. Dal racconto del tentativo di educazione del fanciullo selvaggio che più di due secoli fa ha realizzato Itard e fino ai nostri giorni questa è l’unica strada pedagogicamente fondata.
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