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Ripulito Parco San Felice dai volontari de La Via della Felicità

Continua l’iniziativa per l’ambiente dei cittadini volontari di Foggia.

Anche questa domenica il gruppo di cittadini volontari de La Via della Felicità di Foggia si sono incontrati per ripulire un’altra zona della città dai rifiuti. È toccata l’ora di Parco San Felice, che, a detta dei volontari, sembrava pulito ma sotto il prato nascondeva rifiuti di ogni genere.

Infatti i volontari hanno raccolto ogni genere di plastica, vetro, lattina, cartacce, mozziconi, pacchetti di sigarette, mascherine e molto altro per un totale di quindici sacchi raccolti.

Al gruppo si sono uniti anche dei nuovi volontari che hanno deciso di dare il loro contributo per rendere la città di Foggia ancora più pulita e dare quindi un buon esempio a tutti i cittadini.

Marina Biancardino, responsabile dell’iniziativa, ormai da più di un anno porta avanti l’attività settimanale e ora sta collaborando anche con i più giovani per insegnare loro già nei primi anni della loro vita a rispettare l’ambiente senza rovinarlo con gesti incivili quali buttare i rifiuti per terra o nell’ambiente circostante che si frequenta. Suggerimento, da cui si può prendere spunto, de La Via della Felicità, la guida al buon senso per una vita migliore scritta dall’umanitario L. Ron Hubbard: “Continuiamo ad abbattere foreste, ad inquinare fiumi e mari, a rovinare l’atmosfera e sarà la fine. La temperatura alla superficie può salire fino ad arrostirci, e la pioggia può diventare acido solforico. Tutte le forme viventi potrebbero morire. […] La cura del pianeta comincia con il cortile di casa tua. Si estende alla zona che si percorre per andare a scuola o al lavoro. Comprende anche i posti dove si va a fare un picnic o dove si va in vacanza. Non è necessario aumentare la sporcizia che inquina la terra e le falde acquifere, né aumentare i pericoli d’incendio nelle boscaglie, anzi, nel tempo libero si può fare qualcosa di costruttivo.”

Le prossime iniziative si terranno Sabato 1 Aprile dalle ore 11:30 con gli studenti del Liceo Marconi di Foggia nell’area circostante la scuola e Domenica 2 Aprile dalle ore 10:00 con ritrovo in Piazza Maria Grazia Barone dove verrà effettuato l’intervento di raccolta in collaborazione con l’associazione “Interact Club Foggia”.

Per maggiori informazioni chiama il numero 349.809.2540 (Marina) o scrivi a laviadellafelicitafoggia@gmail.com .




La Mafia, da semplice strategia a vera e propria ideologia…@Michele Illiceto

L’arresto del latitante e superboss Matteo Messina Denaro, ha riacceso in questi giorni il dibattito non solo sul fenomeno mafioso in generale, ma anche sul rapporto che in questi anni si è venuto a creare tra mafia e società civile, a causa anche della fitta ed estesa rete di protezione che “U Siccu” ha ricevuto, in tutti questi anni, da parte della cosiddetta “borghesia mafiosa”, sì da poter condurre una latitanza, non solo tranquilla, ma anche prosperosa dal punto di vista degli affari.

Il primo elemento da prendere in considerazione a riguardo concerne il tentativo messo in atto dalla mafia, non solo di imporre le logiche di potere delle loro scelte criminali, ma anche quello di costringere il tessuto sociale circostante, in modalità molto soft, ad “abituarsi” al fenomeno mafioso, inducendo tutti ad accettarlo come se si trattasse di un fatto normale, si da poter dire che, in fondo, esso non c’è.

La normalizzazione della mafia la rende più invisibile di quanto già non sia. E questa sua invisibilità, che la rende sfuggente e inafferrabile, la rende ancor più potente. Messina Denaro, in tutti questi anni, ha cambiato strategia. Non ha cercato di contrapporre la mafia alla società, ma ha fatto in modo che le fosse talmente assimilata da farla apparire non più come un corpo estraneo, ma come un suo elemento costitutivo, talmente necessario che molti hanno cominciato a ritenerla essenziale e vitale.

Da un atteggiamento di contrapposizione è passata a no di assimilazione.

Pertanto non si tratta più o solo di cattiveria ma di strategia, dietro cui si nasconde una perversa ideologia, quella che ha portato molti a pensare che senza la mafia la società non cresce. E’ stato forse questo il punto di forza della latitanza del superboss?

Ma abituarsi a tutto questo non è che una resa che ci rende quasi complici con la nostra assuefazione e rassegnazione. Guai imparare a convivere con la mafia! Non serve neanche dire “Basta che si sparano tra di loro”. Che magra consolazione! Se così fosse, faremmo il loro gioco. Gli riconosceremmo un spazio, il diritto a vedersela tra di loro, imponendo però la logica della violenza e del sopruso. No! Con la mafia non si convive, nè si scende a compromessi. Al contrario, ci si dissocia e la si condanna apertamente.

Solo che per contrastare l’ideologia della mafia bisognerebbe proporre una visione ad essa radicalmente opposta, che chiama in causa il ruolo dell’educazione che sia in grado di far nascere, specie nelle nuove generazioni, un alto senso civico da contrappore al cinismo dei mafiosi. Una nuova cultura della legalità che sappia creare anche una maggiore coesione sociale. E bisogna dire che in questi anni, grazie anche all’eredità lasciata dai vari Falcone, Borsellino e tanti altri, di passi in avanti sono stati fatti.

La mafia la si combatte non solo con le indagini dei magistrati, ma con le idee, le parole, con nuovi alfabeti di cittadinanza, con la solidarietà tra di noi, non lasciando soli coloro che sono solo le vittime di turno. “La mafia – diceva Giovanni Falcone – ha più paura delle istituzioni scolastiche che delle forze dell’ordine”. la mafia la si vince insieme e non da soli, dentro di noi e non fuori di noi!

Nel rapporto società civile-mafia, il problema non è più solo la paura, ma l’indifferenza. Anche perché, se prima la mafia usava la strategia della paura, ora tende a farsi amica, lasciando sospesi, nel limbo dell’indifferenza, gli animi di quanti hanno cominciato a credere più in essa che nello Stato. Certo, non bisogna dimenticare che, spesso, proprio l’indifferenza è figlia della paura. Eppure, se cominciassimo a pensare che anche la mafia può essere indotta ad aver paura, forse potremmo vincere l’indifferenza. Forse è questo il cambio di rotta che ci viene suggerito dall’arresto di Messina Denaro: da “aver paura” della mafia passare a “fare paura” alla mafia.

Su tale scia, se si analizza il fenomeno mafioso anche nel nostro Gargano, emerge che in fondo, la forza della mafia è direttamente proporzionale alla nostra incapacità a fare fronte comune, del nostro poco amore per ciò che è spazio pubblico. Si nutre del nostro individualismo, dei nostri conflitti sociali, perché sa che se tocca qualcuno, gli altri non muoveranno un dito, anzi si volteranno dall’altra parte. La mafia isola per colpire meglio, ci divide per governarci indisturbata. Non vuole un consenso esplicito, ma un tacito permesso a fare i propri affari.

La mafia trova il suo terreno fertile in un tessuto sociale sfilacciato. Più basso è il senso di comunità e di appartenenza ad un territorio e alla propria città, più alta è la probabilità che la mafia attecchisca. Essa si nutre della solitudine di chi è lasciato solo a combatterla, del timore che abbiamo di perdere qualcosa di nostro quando ci viene chiesto di difendere un bene che è patrimonio di tutti.

La mafia è anche il frutto di una delega facile, di una politica fatta di voti di scambio. La mafia trasforma il diritto al lavoro in una concessione o in un favore fatto in cambio della nostra omertà.

La mafia è il frutto di una democrazia che arranca, che stanca non sa generare una socialità aperta e partecipata, una cittadinanza attiva e responsabile. Si sostituisce ad un Stato che non rappresenta più nessuno, ma che viene identificato con una casta che lontana dalla gente usa il potere secondo la logica dei privilegi.

La mafia non si sostituisce allo Stato, semplicemente lo invade e lo conquista, lo ammalia e lo contamina. Come un cavallo di Troia vi penetra secondo logiche clientelari. Fino a proporsi come contropotere che si erge a difesa di quanti non si sentono più da esso rappresentati.

La mafia si introduce negli spazi di delegittimazione e dove maggiore è la crisi di rappresentatività. E così mentre i partiti litigano e i politici si spartiscono le poltrone la mafia cresce indisturbata nella logica di un’alleanza implicita. Ed è qui che corruzione e mafia si propongono come due facce della stessa medaglia. Alla mafia non interessa lo Stato ma il territorio, le sue risorse, il suo futuro, le sue ricchezze, le sue potenzialità, le nuove generazioni. Mentre ai politici lascia lo Stato e le Istituzioni – il potere formale –  la mafia punta al controllo del territorio e delle città – il potere reale.

La mafia si nutre della nostra indifferenza mascherata da falso buon senso e da pacifica convivenza. Gode delle nostre piccole illegalità. Si abbuffa della nostra negligenza e della nostra apatia. Alla mafia piace quando ci commuoviamo, ma teme se ci muoviamo. Alla mafia piace se dormiamo e ci divertiamo (per questo ci offre anche locali e spazi adatti per farlo, gestisce lo spaccio, la prostituzione), si preoccupa invece se ci svegliamo. Ci addomestica con il piacere facile e ci fa dimenticare il senso del dovere.

Ma c’è un altro aspetto della ideologia della mafia, che stranamente costituisce anche il suo punto più debole: la sua stupidità intesa come stoltezza. Si, perché il mafioso fondamentalmente è un uomo che confonde l’onore con il potere di disporre delle vite altrui. Il mafioso si sente più grande di quanto in realtà sia. Confonde la forza con la virilità, il rispetto con un senso di debolezza. Il mafioso è vittima di un difetto di autovalutazione del proprio io. I mafiosi, in fondo sono molto infantili: non hanno avuto il coraggio di opporsi ai loro padri e familiari che li hanno incamminati su tale strada.

Non hanno una coscienza morale né sensi di colpa, perché sono cresciuti con l’idea che non devono rendere conto a nessuno. Si pongono al di là del bene e del male. Non sanno convivere con la propria fragilità. La fuggono e la nascondono a sé e agli altri, mostrando una forza che li autorizza a oltrepassare ogni limite: legale e morale. E proprio questa è la loro stupidità.

Ed è qui che la mafia mostra tutta la propria impotenza. Essa non teme tanto gli uomini coraggiosi o gli eroi, ma teme gli uomini liberi che sanno tenere sveglia la loro coscienza, che lavorano nel sociale facendo prevenzione, togliendo da sotto ì loro piedi quel terreno di omertà e di disimpegno ad essi favorevoli. La mafia apprezza l’ignoranza quale bacino della paura e teme la cultura intesa come uso critico della ragione.

La mafia teme la nostra onestà quotidiana, ha paura della nostra indignazione, del nostro risveglio sociale, del nostro senso di comunità. La mafia finirà se ogni cittadino, oltre che percepirsi come un individuo isolato, si sentirà a pieno titolo membro attivo della propria comunità che ama e difende come parte preziosa di sè.




Il coraggio della legalità…@Maria Chiara Ciuffreda

Buonasera a tutti! Sicuramente sono in ascolto giovani cittadini ai quali vorrei
rivolgere un appello: Non state a guardare! In una società in cui le nostre strade,
scuole, case, non sono più sicure. Tanti gli episodi illegali, i crimini, i traffici di
droga, le estorsioni, le rapine e i furti. Noi cittadini del futuro possiamo fare tanto:
denunciare e scegliere da che parte stare. Una scelta coraggiosa che chiede di mettere
in gioco la vita stessa. Possiamo essere i primi a rispettare le regole anche nel nostro
piccolo, in quanto, contravvenire ad esse, non significa essere liberi ma egoisti,
incuranti dei diritti del prossimo. Cerchiamo prima di tutto noi stessi di compiere
azioni responsabili, corrette e di rispettare gli altri. Dobbiamo avere coraggio e non
paura.
Cari ragazzi, la scuola ci educa alla legalità, è il luogo dove per la prima volta, ci
confrontiamo con gli altri, dove bisogna rispettare alcune norme e avere un
comportamento corretto. Legalità è partecipazione. Essa garantisce valori importanti
quali il rispetto, la libertà, la solidarietà. Perciò è necessario punire coloro che non
rispettano le leggi. È necessario che tutti capiscano l’utilità delle leggi e che siano
disposti a rispettarle spontaneamente. In tal modo i cittadini potranno condurre la

propria vita serenamente. Solo in tal modo potremo iniziare a cambiare la nostra
società e a rendere il nostro territorio un posto migliore.
Come diceva Martin Luther King, se non farete niente per cambiare la situazione in
cui vivete, diventerete responsabili della condizione in cui vi troverete.
Perciò noi tutti, con il nostro esempio e la nostra mentalità educata alla legalità,
cerchiamo di essere cittadini attivi e consapevoli, viviamo nella legalità con uno stile
di vita basato sul rispetto degli altri, in tal modo contribuiremo a costruire un mondo
sicuro e migliore.
Maria Chiara Ciuffreda
Classe 2ª E- Scuola Media
“Perotto-Orsini” Manfredonia




Non riusciamo ad imparare dalla storia!…@Monica Magno

Durante le nostre vite facciamo riaccadere sempre le stesse cose come se non fossero mai successe prima: non riusciamo ad imparare dalla storia!
Ed è così che violenza, guerre, sparatorie, egoismo ed odio, tutti fenomeni che potremmo evitare e che invece continuiamo a ricommettere senza scrupoli, caratterizzano il nostro vivere.
Il problema principale è la mancanza di compassione verso gli altri. Non riusciamo a pensare a tutte quelle persone, siano esse bambini, adulti,
anziani, soldati, che sono morte e continuano a morire a causa del disinteresse e della disumanità? Siamo nel 2023 e ci sono ancora questi
bruttissimi fenomeni dettati dall’odio.
Fortunatamente ci sono persone “umane” che tentano di essere sempre razionali e attente ai problemi degli altri.
Una mattina, di domenica, stavo passeggiando con le mie sorelle. Arrivate in una stradina, abbiamo notato delle ragazze che passando velocemente
avevano fatto inciampare e poi deriso un bambino. Questo era a terra e piangeva. Una signora si era avvicinata a lui ed offrendogli un fazzoletto
ed una caramellina, tentava di calmarlo.
In quel momento ho capito che la gentilezza esiste ancora e questo mi ha dato molta forza e speranza.
Ci siamo avvicinate anche noi e gli abbiamo consigliato di avere coraggio e non provare rabbia.
È importante non odiare, non avere rancore e cercare di essere per gli altri esempi positivi, eroi umani, partendo dalle piccole azioni nel nostro
quotidiano. Quella signora è sicuramente un esempio da seguire.
Questa esperienza mi ha fatto pensare che se c’è ancora qualcuno di così gentile e pronto a consolare e aiutare gli altri, allora anche io posso e
devo farlo. Possiamo mostrare al mondo chi siamo, con i gesti buoni della vita quotidiana nei confronti degli altri.
Spero che un giorno possano essere i sentimenti positivi a prevalere in noi, come la gioia di vivere sereni ed uniti. Solo in questo modo
riusciremo a dare uno scopo alla nostra esistenza e ne saremo orgogliosi.SCUOLA MEDIA A. MANZONI-RADICE (LUCERA-FG)
CLASSE 3 E
ALUNNA: MAGNO MONICA
DOCENTE DI LETTERE: CASTELLITTI LUCIA ANNA




La Via della Felicità torna sulla litoranea di Levante

Continuano gli interventi antidegrado dei cittadini volontari di Barletta.

Anche questa domenica mattina i volontari de La Via della Felicità di Barletta hanno organizzato un intervento di raccolta rifiuti. Con l’arrivo della bella stagione hanno deciso di ritrovarsi sulla litoranea di Levante per ripulire la spiaggia dai rifiuti.

I volontari hanno rinvenuto moltissimi rifiuti: cartacce, plastica, bottiglie di vetro, taniche e cassette, delle reti,  lattine, mozziconi e molto altro.

Ignazio Gianfrancesco, responsabile dell’iniziativa, ha affermato che: “A breve inizierà la stagione estiva e le spiagge verranno utilizzate da famiglie, bambini e anche turisti. Vogliamo far trovare una litoranea pulita e senza rifiuti come è giusto che sia. Vogliamo dare il nostro contributo in questo.”

Oltre a ciò, bisogna ricordare che i rifiuti vicino al mare sono altamente dannosi per la fauna ittica, che poi viene utilizzata anche dall’Uomo come alimento. In molto pescato sono state rinvenute microplastiche.

Ecco perché La Via della Felicità vuole ricordare a tutti i cittadini di non abbandonare i rifiuti sulle spiagge, vicino al mare.

“Non è necessario aumentare la sporcizia che inquina la terra e le falde acquifere, né aumentare i pericoli d’incendio nelle boscaglie, anzi, nel tempo libero si può fare qualcosa di costruttivo” – suggerisce l’autore L. Ron Hubbard nella guida al buon senso La Via della Felicità, da cui prende spunto l’iniziativa.

Le iniziative continueranno nelle prossime settimane. Per maggiori informazioni chiama il numero 348.952.1945 (Ignazio) o scrivi a laviadellafelicitabarletta@gmail.com .




La Via della Felicità presente all’iniziativa #RIPARTYAMO del WWF Foggia

Più di trenta volontari accorsi questa domenica per una riqualificazione di Bosco Incoronata.

Il 19 marzo il WWF di Foggia ha organizzato l’iniziativa #RYPARTIAMO dove numerosi volontari, gruppi di cittadini e associazioni sono accorsi a Bosco Incoronata per una riqualificazione. Tra le varie associazioni presenti anche La Società Civile – Foggia, l’associazione P. A. T. A, l’A.S.D. Monti Dauni Sport & Bike e La Via della Felicità Foggia.

In totale più di una trentina di cittadini hanno partecipato all’attività e hanno raccolto ogni tipo di rifiuti che erano dispersi nell’area verde tra cui copertoni di auto e più di trenta sacchi di plastica, cartacce, bottiglie di vetro, lattine, tegole, vestiti, scatoloni e molto altro.

Tale evento dedicato alla pulizia del Parco Naturale Regionale Bosco Incoronata e del tratto che lo attraversa del Torrente Cervaro, non è casuale – abbiamo scelto questo luogo – spiega Maurizio Marrese Presidente del WWF Foggia – in quanto luogo simbolo della bellezza naturale, paesaggistica, storico-culturale e religiosa del Comune di Foggia, un luogo che merita di essere rilanciato e valorizzato. In una città che vuole fortemente rinascere e scrutare il futuro, la sua comunità deve creare nuovi paradigmi, nuove visioni e imparare a guardare lontano… liberando gli spazi ma senza occuparli.

Anche La Via della Felicità di Foggia ha deciso di aderire all’iniziativa e Marina Biancardino, responsabile dell’iniziativa, vuole ricordare un suggerimento dell’autore L. Ron Hubbard, della guida al buon senso La Via della Felicità “Ci sono molte cose che le persone possono fare per aiutare a prendersi cura del pianeta. Si inizia con l’impegno personale. Si prosegue suggerendo agli altri di fare altrettanto. L’Uomo ha raggiunto la capacità potenziale di distruggere il pianeta. Ora deve essere portato al punto di essere in grado di salvarlo e di agire per farlo. Dopotutto è il posto in cui viviamo.”

Le iniziative continueranno nelle prossime settimane. Per maggiori informazioni chiama il numero 349.809.2540 (Marina) o scrivi a laviadellafelicitafoggia@gmail.com .




Presentati i siti aperti in Capitanata per le Giornate Fai di Primavera 

Ecco le iniziative previste in Capitanata in occasione delle prossime Giornate FAI di Primavera, in programma il 25 e 26 aprile prossimi.

Ad illustrare le mete visitabili durante l’importante “due-giorni” organizzata annualmente dal Fondo Ambiente Italiano, il Presidente del FAI Puglia Saverio Russo e la Capodelegazione FAI Foggia Gloria Fazia.

Nel corso di questo evento di piazza dedicato ai beni culturali e ambientali, gli Apprendisti Ciceroni studenti del Liceo Volta condurranno i visitatori sia nella Villa Comunale che al Teatro Giordano di Foggia, siti scelti per far meglio conoscere una parte della Foggia Neoclassica che registrò l’intervento di Luigi Oberty. In tale ottica sarà possibile partendo dal Teatro Giordano continuare la visita in piazza XX Settembre in cui sorge la chiesa di San Francesco Saverio, caratterizzata da un riconoscibile stile neoclassico. Gli studenti dell’IIS “Einaudi” saranno invece presenti, già da venerdì, presso l’Epitaffio e presso la Chiesa delle Croci seguendo un ideale percorso “Arte e Tratturi”, visto il posizionamento dei due monumenti.

Altri Apprendisti Ciceroni, stavolta dell’IC “Battisti-Don Bosco” di Cerignola, saranno a disposizione, anche loro a partire da venerdì mattina, al Piano delle Fosse del centro ofantino, singolare “monumento” alla civiltà agraria del territorio, che è stato segnalato, tra l’altro, nella conferenza stampa dal FAI nazionale  tra le “chicche” del pur straordinario panorama delle 750 aperture organizzate a livello  nazionale.

A studiosi di storia locale sono infine affidate le visite guidate al Santuario di San Matteo, vera “perla” storica, artistica e ambientale della Capitanata, con l’organizzazione del Gruppo FAI Gargano, e a Torre Guevara, casino di caccia recentemente restaurato in territorio  di Orsara, nell’omonima frazione. Sarà possibile, inoltre, partecipare alle 12 e alle 15,30 sia sabato che domenica ad una visita guidata a Orsara ( dove diversi ristoranti praticheranno uno sconto del 20% ai tesserati FAI), per conoscere la splendida Abbazia dell’Angelo.

Durante le Giornate FAI di Primavera sarà possibile iscriversi al FAI con uno sconto di 10 € sulle quote previste (quindi, 29 € per la tessera ordinaria e 50 € per la tessera di coppia).

Le Giornate Fai di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale, una manifestazione capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini in tutta Italia alla scoperta dei loro territori.
(Credits: la foto del Piano delle Fosse di Cerignola è di Giampiero Lionetti, quella del Santuario di San Matteo è presa dal web, la foto di Torre Guevara è di Nicola Tramonte)




Ospite di punta della rassegna “Fuori gli Autori”, a cura di Ubik e Biblioteca

L’essenziale è visibile, e si fa sentire. Tutte le vite di Yari Selvetella

Giovedì 23 marzo, ore 18. L’autore romano in Biblioteca di Foggia con il suo nuovo libro

“Vite mie” (Mondadori): romanzo-memoir struggente, “con le stigmate della necessità”.

“Avevo meno di trent’anni, ho cominciato a fare il padre in presenza anche di altri padri”. È quello che succede all’autore, come dichiarato in un’intervista su Rai Uno. Ed è ciò che racconterà Claudio, protagonista di un romanzo-memoir in cui la letteratura – il racconto, la confessione, la riflessione – cerca di trovare una via d’uscita al dolore. Di più, prova a colmare una mancanza. Yari Selvetella è scrittore vero e il suo Vite mie (Mondadori, 2023) è un libro struggente: giovedì 23 marzo, alle ore 18.00, lo presenta nella sala narrativa della Biblioteca di Foggia, ospite di punta della rassegna Fuori gli Autori, organizzata da Ubik e La Magna Capitana. Un libro, come ha scritto Sandra Petrignani, “che ha le stigmate della necessità”. A conversare con lo scrittore capitolino sarà Stefania Labella del Presidio del Libro di Foggia – RivoltaPagina.

Vite mie (Mondadori, 2023). Amare non è sufficiente, bisogna sapere come si fa. Talvolta una vita non basta a impararlo per bene, oppure l’abilità coltivata negli anni si dissolve misteriosamente e non rimane altro che un senso di inadeguatezza e di nostalgia. Serve più di una vita, a Claudio Prizio, per poter sentire che sta davvero ricominciando da capo. Gli serve, anzitutto, cercare sé stesso negli altri. Claudio chiede riparo, come ha sempre fatto, alla famiglia, ma anche gli equilibri domestici si stanno ormai modificando. La sua è una famiglia particolare e al tempo stesso normalissima, che custodisce grandi dolori, legami insoliti e momenti di autentica felicità. Tutti devono trovare la forza di lasciar andare il passato: la sua compagna Agata, i suoi quattro figli – due dei quali ormai adulti – e soprattutto lui. Claudio cerca sé stesso in casa, ma anche nella sua città: Roma è così prodiga di incontri che finisce per stordirlo in un vortice di coincidenze. Da qualche tempo, infatti, Claudio non fa che ravvisare somiglianze tra sé e le persone in cui si imbatte: un guidatore distratto che quasi lo investe al semaforo, un rocker attempato, un agente immobiliare, una donna che si è rifugiata in campagna. I suoi simili sono specchi, ma anziché aiutarlo a comprendere la propria identità, sembrano avvilupparlo in un gioco di riflessi senza scampo. Come si fa a passare oltre preservando la memoria, ma senza diventarne schiavi? Roma, che tutto custodisce e a niente pare far caso, è una maestra in quest’arte, e suggerirà a Claudio lo stratagemma – l’ultima illusione, forse – per liberare sé stesso e coloro che ama. Vite mie è una impetuosa esplorazione esistenziale spinta avanti da domande brucianti: cosa vuol dire amare a un certo punto della vita, e quando la vita ha già colpito duro? Come si fa a non dare per scontati i nostri legami e renderli invece speciali, unici e duraturi? Un romanzo pervaso di riflessioni sull’amore, sulla famiglia, sul nostro rapporto con il tempo che passa. Un libro emozionante e commovente che con una scrittura ipnotica, nitida, plastica, prova a raccontarci qualcosa di essenziale che sempre ci sfugge.

Yari Selvetella. Nato a Roma nel 1976. Tra i suoi ultimi romanzi Le regole degli amanti (Bompiani 2020), premio Cambosu, Le stanze dell’addio (Bompiani 2018), candidato al premio Strega, La banda Tevere (Mondadori 2015). Ha pubblicato il libro di poesie La maschera dei gladiatori (CartaCanta 2014). Si è a lungo occupato di storia della criminalità con saggi e reportage di successo. Giornalista e autore televisivo, lavora per la Rai.




“Noi ci dobbiamo ribellare”: Antonio Laronga al Pascal contro la mafia

XXVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Al Blaise Pascal incontro con il magistrato Antonio Laronga che dialogherà con gli alunni

Il magistrato foggiano Antonio Laronga autore del libro “La Quarta Mafia” torna al Pascal per riprendere il dialogo con gli alunni.

La “Quarta Mafia”, si era detto, è la definizione mediatica delle mafie foggiane, una criminalità emergente che coniuga arcaicità e modernità, localismo e globalizzazione. Una mafia rimasta a lungo invisibile rispetto a quelle tradizionali, solo perché poco raccontata e conosciuta. Capace, però, al pari della mafia siciliana, della camorra e della ‘ndrangheta, di irradiarsi in tutto il Paese e di sgretolare la sicurezza pubblica anche in territori lontani dalla sua zona di origine. La “Società” foggiana, la mafia garganica e la mafia cerignolana sono raccontate attraverso quarant’anni di vicende criminali tratte da fonti giudiziarie e da documenti investigativi.

Con il magistrato, quest’anno, ci soffermeremo a riflettere su come la mafia locale è penetrata così dentro le imprese sane del territorio, imponendo i propri obiettivi ad amministratori conniventi ed ha cambiato per sempre le regole del gioco. Negli ultimi anni, lo scioglimento per mafia di alcuni comuni e l’improvviso aumento della violenza omicida, hanno lasciato intravedere alcuni frammenti di un disastro civile.

Sarà presente all’incontro anche una delegazione degli alunni della scuola media della Bovio.

Tutto questo Martedi 21 marzo alle ore 10.00 nella Giornata della Memoria. L’evento sarà trasmesso in #DirettaLive su ilsottosopra di Youtube. La diretta proseguirà con il collegamento da Milano per il discorso di don Luigi Ciotti




Al Volta – Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Il 21 marzo, come ogni anno, si celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dall’associazione “Libera”. Per l’edizione di quest’anno il liceo scientifico “A. Volta” di Foggia promuove un’iniziativa che coinvolgerà le scuole secondarie di primo grado della città di Foggia. Il momento di riflessione si terrà domani, martedì 21 marzo 2023, a partire dalle ore 9.00, nell’Anfiteatro di Parcocittà, sito a Parco San Felice. Parteciperanno all’incontro la Dirigente scolastica, Gabriella Grilli, l’Arcivescovo Metropolita di Foggia – Bovino, mons. Vincenzo Pelvi, il Procuratore Capo, Ludovico Vaccaro, Maria Aida Episcopo, Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale e il vicepresidente del Csv Foggia, Carlo Rubino. Dopo la lettura di alcuni brani tratti dal libro “Cosa Nostra spiegata ai ragazzi”, l’incontro si concluderà con la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie in Puglia. In caso di pioggia l’evento si terrà nell’Aula Magna del Liceo “A. Volta”. Si allega il manifesto dell’iniziativa.