A distanza di un po’ di tempo dall’ultimo disco solista e dopo la parentesi dell’anno scorso con i Co’Sang, che ha riacceso l’attesa, Luchè è tornato a scrivere capitoli di storia con Il Mio Lato Peggiore.
Dopo aver ascoltato l’intera tracklist, ricca di collaborazioni e animata dalla voglia di tornare a competere con quelli che negli ultimi anni sono diventati tra i più grandi della scena italiana, possiamo confermare che questo è uno dei dischi più belli e intensi mai prodotti dal rapper napoletano. Il Mio Lato Peggiore non è un album che cerca il consenso o vuole piacere a tutti: è diretto, netto e, a tratti, anche polemico.
Il disco può essere riassunto in cinque minuti emblematici grazie ai due skit: Il Mio Lato Peggiore con Lele Adani e Lettera alla pistola alla mia tempia. Due brani che fanno riflettere, e in certi momenti, emozionano, con Luchè che provoca apertamente chi, negli anni, lo ha giudicato: dai media al pubblico, fino a chi semplicemente non condivide la sua visione.
In conclusione, il pubblico si aspettava un segnale forte, soprattutto sul fronte solista, e Luchè ha risposto in maniera impeccabile con un disco ben strutturato, arricchito dalla presenza di nuove leve e figure consolidate, trasformando il progetto in una vera e propria poesia urbana.