Proteste al Lanza, la replica del preside Trecca: “Ecco come sono andate le cose”

La lettera del dirigente scolastico

La replica del preside del liceo classico, Giuseppe Trecca, che offre la sua versione dei fatti. Ecco, di seguito, la lettera inviata alla nostra redazione dal dirigente scolastico

LA LETTERA DEL PRESIDE TRECCA.

ho letto e riletto, nel corso della mattinata, non senza il solito sincero stupore che non mi abbandona mai, neanche in età molto adulta, su come si possa deformare la verità dei fatti, con comunicati stampa lontani anni luce dalla verità dei fatti.

Come sono andate le cose?

Nelle scuole è in corso, come ogni anno, la campagna elettorale per la elezione dei rappresentanti degli studenti nel Consiglio d’istituto della scuola e, al Lanza come al Perugini (dirigo sia il Liceo Classico “V. Lanza” che il Liceo Artistico “G. Perugini”, cito questo particolare perché è importante per la comprensione dello svolgimento dei fatti), gli alunni hanno svolto la consueta assemblea mensile di due ore per presentare le liste e i loro programmi.

Sabato mattina ho convocato i rappresentanti delle 4 liste in lizza per la campagna elettorale e, su mia proposta, al fine di rendere il voto più consapevole e la campagna elettorale un momento educativo, avevo concesso un’ulteriore assemblea straordinaria di due ore, sia al Lanza che al Perugini, per organizzare un dibattito-confronto tra i candidati, moderato dai docenti della scuola.

 

Si ponevano i soliti dilemmi organizzativi che ogni scuola ha in questi casi, avendo a che fare con studenti moltissimi dei quali minorenni. Come organizzare l’Assemblea, dal momento che questa, per essere dignitosa e svolgersi con regolarità, ha bisogno di spazi adeguati e al Lanza mettiamo a disposizione sempre, per le assemblee degli studenti, la prestigiosa Aula Magna “Lorenzo Scillitani” con 320 posti e al Perugini l’Anfiteatro con circa 100 posti. Poiché al Perugini gli studenti sono oltre 400 e al Lanza oltre 700, è evidente che non tutti possono partecipare al dibattito, di qui l’ovvia decisione di far partecipare una rappresentanza degli studenti, sia da una parte che dall’altra: al Perugini 5 per classe, al Lanza 8/10 per classe, scelti tra quelli più motivati.

 

Che cosa fare degli altri studenti che non avessero potuto partecipare al dibattito? Mandarli a casa o farli stare in classe a fare lezione?

 

Poiché l’iniziativa era stata proposta da me e discussa con i rappresentanti delle 4 liste sabato e la prima Assemblea si è tenuta al Perugini lunedì, non era stato possibile informare le famiglie e far uscire le classi prime e quindi, al Perugini, una rappresentanza ha partecipato all’assemblea d’istituto e il resto degli alunni ha fatto regolarmente lezione. Per uniformità di comportamento si è dovuto assumere la stessa decisione anche per il Lanza.

 

Stamattina mi sono trovato gli alunni fuori della scuola e un comunicato stampa già mandato al suo giornale, senza che nessuno studente mi avesse informato minimamente di alcunché e senza aver avanzato alcuna richiesta.

 

Mi chiedo: come mai non sono stato avvisato di nulla? Come mai non è stata avanzata alcuna richiesta? Come mai era già pronto il comunicato stampa stamattina, quando fino alla domenica sera avevo chattato costantemente con alcuni alunni?

 

Caro Direttore, che dire: forse qualche piccolo politico cresce all’ombra della scuola. Forse qualcuno cerca facili argomenti demagogici per la campagna elettorale

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