Il figlio maschio di Giuseppina Torregrossa

Tre appuntamenti in due giorni per l’autrice siciliana, di ritorno in Capitanata. In Sicilia, una storia di libri e librerie. Mercoledì 11 novembre, ore 18.30, spazio live della libreria Ubik di Foggia. A seguire, ore 20.30, Cremeria Letteraria di Lucera. L’indomani, al liceo Lanza

Continua il ricco programma di eventi organizzato dalla libreria Ubik per il suo ottavo compleanno, nel mese che ha dato i natali al presidio culturale di Piazza U. Giordano. Per questo secondo appuntamento, il clima si fa nettamente più letterario. Anzi, quasi “librario”, con una saga familiare che parla il linguaggio dell’editoria e dei libri, nella Sicilia di Pirandello e Sciascia (due riferimenti non casuali in relazione al romanzo). Mercoledì 11 novembre, alle ore 18.30, la nota scrittrice (e ginecologa) Giuseppina Torregrossa presenta nello spazio live Ubik la sua ultima uscita editoriale dal titolo Il figlio maschio (Rizzoli, 2015). Un gradito ritorno per l’autrice dell’amatissimo Il conto delle minne (Mondadori) che, di fatto, incontra per la terza volta il pubblico foggiano e, per la prima volta, quello di Lucera, con il bis previsto alle ore 20.30 dello stesso giorno nella città federiciana, ospite degli incontri della Cremeria Letteraria di Piazza Duomo. L’indomani invece, giovedì 12 novembre, alle ore 11.00, la scrittrice siciliana incontra gli studenti del Liceo V. Lanza, ospite degli Incontri Extravaganti condotti dalla docente Mariolina Cicerale.

 

Il figlio maschio (Rizzoli, 2015; collana: La Scala; 320 pagine). “Che può fare un uomo per garantirsi l’eternità, se non passare il testimone al figlio maschio?” si domanda il vecchio don Turiddu Ciuni, mentre sente che la vita gli scappa via. Non si dà pace che la moglie si sia ostinata a far studiare tutti e dodici i loro figli, femmine comprese, e che nessuno di loro voglia occuparsi del feudo di Testasecca, nell’entroterra siciliano. La delusione più grande gliel’ha data ovviamente il primogenito, Filippo, che alla terra ha preferito la letteratura, aprendo una libreria e pure una casa editrice. “Grandissime minchiate”, secondo l’anziano padre. Non la pensa così Concettina, che adora quel suo fratello sognatore e – siamo nel 1934 – vede in lui la possibilità di un futuro migliore per l’intera famiglia. Ma il destino si divertirà a sovvertire ogni aspettativa e, negli ottant’anni di storia raccontati in questo romanzo, chiamerà proprio lei, le sue figlie e le nipoti, a dimostrare quella straordinaria capacità di resistere che è propria di ogni donna. Con una scrittura che ha tutto il sapore e il calore della Sicilia, Giuseppina Torregrossa costruisce una potente saga familiare in cui l’amore per la vita e la passione per i libri si uniscono come due strumenti diversi che suonano la medesima armonia.

Giuseppina Torregrossa. Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Ha ricoperto, inoltre, diversi ruoli istituzionali, come quello nella Commissione nazionale della Pari Opportunità. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’assaggiatrice e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima “Donne e teatro” di Roma. Con Mondadori ha pubblicato Il conto delle minne (2009), tradotto in dieci lingue, Manna e miele. Ferro e fuoco (2011) e Panza e prisenza (2013). Nel 2015 è stata insignita del Premio Baccante.

 

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