“Per non dimenticare” l’uomo che sfidò la mafia

6 novembre 1992-6 novembre 2015, dopo 23 anni Foggia non dimentica, noi non dimentichiamo chi con coraggio ha saputo combattere, lottare contro la potente, e purtroppo presente mafia, qui, nella nostra città, nelle vie che percorriamo, nei marciapiedi su cui camminiamo con amici e familiari, sentendoci estranei a una realtà che molto spesso pensiamo non ci appartenga, pensiamo che Foggia sia pulita, ma sappiamo in fondo che cosi non è, lo sappiamo ma non lo ammettiamo, chiniamo la testa e solo pochi come Giovanni Panunzio hanno saputo affrontare la potente società criminale; è pur vero che non ammettiamo tutto ciò, ma è altrettanto vero che non affrontiamo questa realtà per salvaguardare chi amiamo, per salvaguardare noi stessi, perchè spesso come sappiamo, questa organizzazione non ammette combattenti, non ammette coloro che “osano” lottare per l’onestà, un valore che era, e che è, purtroppo, alieno alla nostra città, un valore che Panunzio pagò a caro prezzo, mantenne pulito il suo onore e il suo nome, ma non riuscì a fare altrettanto con il sedile della sua auto, che rimase tristemente macchiato del suo sangue; Panunzio fù l’unico in quegli anni a rompere il silenzio che v’era su un settore, quello edile, che tutt’oggi rimane sporco, corrotto; i passi in avanti sono stati tanti, ma c’è chi ancora sa tanto, ma non parla, non denuncia; ad oggi non possiamo permetterci di dire di biasimarli, ma la realtà che vige tutt’ora tristemente nella città di Foggia è amara, l’onestà non è ripagata e lo stato non tutela adeguatamente chi dovrebbe; autorità locali, giornalisti e parenti della vittima hanno parlato per tutta la mattinata di questo problema, un reale e grave “problema”, parlarne e ammetterlo è già qualcosa di importante, ma la bella sala di Palazzo Dogana e le belle e tante parole spese in quelle ore, non ridurranno il numero delle morti di chi combatte ogni giorno, anche con piccoli gesti, la mafia.giovanni-panunzio

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