Pietro Pagliarulo, ex alunno del Pascal. Talenti senza tempo

La mia esperienza al Pascal. Pietro Pagliarulo Systems Engineer Lead e guido un gruppo di 8 ingegneri
Ho accolto con molto piacere e a dir il vero anche con un po’ di lusinga l’invito del professor Raffaele Identi e della professoressa Luisa Cavaliere a raccontarvi del mio percorso formativo iniziato proprio nella vostra/nostra scuola.
Ho frequentato il Pascal dal 1988 al 1993. Allora l’istituto non l’aveva ancora un nome, si chiamava semplicemente III Istituto Tecnico Commerciale per ragionieri, pertiti commerciali e programmatori). Era ubicato in via G. di Vittorio, nei pressi della biblioteca provinciale di Foggia e c’era anche una succursale in via Biagi. A quei tempi era abbastanza malandato e gli studenti erano in sovrannumero. Alcune aule erano ricavate negli antibagni con delle pareti in cartongesso. Per educazione fisica si doveva andare alla palestra in via Galliani accanto alla villa comunale. La situazione di disagio portava noi studenti a manifestare spesso all’inizio dell’anno scolastico per rivendicare una nuova sede degna di essere chiamata scuola. Così guardando alla sede di via Napoli mi piace pensare che è lì forse anche grazie alle nostre lotte di allora.
Mi iscrissi insieme ad altri amici delle scuole medie inferiori condividendo con loro il sogno dell’informatica, anche se non sapevamo bene cosa fosse davvero. Nei primi due anni il computer lo abbiamo visto forse due volte. Nel biennio c’erano materie come dattilografia, stenografia e calcolo computistico che forse oggi non esistono più (chi di voi ha sentito parlare di catenaria?). Informatica era una materia del triennio. Nel novembre del 1990 per una somma di 3.850.000 (circa 2000 €) mio padre comprò per me il mio primo personal computer. Era un Olivetti PCS286 con un microprocessore Intel 80286, und Hard Disk con 20 MB e una memoria centrale di 640 kB. Allora la dimensione dei floppy disks (720 kB) si raddoppiava con un trapano.
I professori di informatica all’inizio dell’anno cambiavano spesso. Il provveditorato sotto l’egira del precariato aveva bisogno di almeno un paio di mesi per assegnare la supplenza annuale. A volte succedevano anche delle cose strane che noi non riuscivamo a spiegarci, come quella volta che ci assegnarono un docente di diritto (tra l’altro molto gentile e anche abbastanza preparato) che sparì da un giorno all’altro senza dare più notizie di se. Poi venimmo a sapere che il docente in questione non era laureato e quindi non aveva i titoli necessari all’insegnamento. A questo punto potreste pensare che il III I.T.C. fosse una catastrofe totale, ma non era così. Ci tenevo solo a descrivervi un po’ l’atmosfera e le condizioni di quegli anni.
Per fortuna però alla fine arrivava sempre una persona competente e si poteva iniziare a studiare seriamente. Al quarto ed al quinto la nostra professoressa di Informatica era la professoressa Luisa Cavaliere che anche oggi insegna al Pascal. Tecnica bancaria era insegnata dalla professoressa Graziani, che ebbe poi l’incarico di vice preside. Matematica nel nostro corso fu affidata al primo anno ed al quinto anno al professor Pascarelli.
Le materie tecniche avevano un programma ben strutturato e spesso si andava nei dettagli. I temi erano trattati con la dovuta importanza sempre facendo esempi presi dalle realtà professionali. Le basi della matematica e dell’informatica che ho ricevuto al Pascal mi sono servite per tutto il mio percorso formativo successivo ed è grazie a loro se ho potuto raggiungere alcuni obiettivi professionali che ho raggiunto.
Ma non solo le materie tecniche erano di eccellenza. Anche Italiano, Storia e Geografia ricevevano la dovuta importanza, così che le poche ore complessive a loro disposizione venivano compensate con una attenta scelta dei contenuti. Un grazie speciale per questo va alle professoresse Antonietta Lelario del biennio e alla professoressa Concettina Garofalo del triennio. E fu così che imparai che anche un istituto tecnico può dare una formazione umanista di tutto rispetto.
Il Diploma di Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore l’ho conseguito nel 1993 con una votazione di 60/60. Fummo solo in 3 se non ricordo male a prendere il massimo dei voti quell’anno. Fino al 1992 quel voto mi avrebbe garantito un posto in banca (un mio amico diplomatosi nel 1992 con 60/60 fu contattato dalla banca direttamente, senza che lui si fosse neppure candidato). Nel 1993 invece ci fu una pesante crisi del settore bancario e si parlò in Italia per la prima volta di Cassa Integrazione per gli impiegati di banca.
Decisi di continuare a coltivare il mio sogno per l’informatica che nel frattempo si era associato a quello dell’elettronica e mi iscrissi al corso di Laurea in Ingegneria Elettronica della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari. Grazie alle conoscenze di Matematica ed Informatica gli esami di Fondamenti di Informatica e Geometria/Analisi furono per me relativamente semplici. C’erano colleghi provenienti da altre scuole che non sapevano neppure cosa fosse una variabile in un linguaggio di programmazione e noi del Pascal sapevamo già usare la programmazione orientata agli oggetti in Borland Turbo Pascal.
Durante il corso di studi in Elettronica ho partecipato al programma Erasmus ed ho trascorso un anno in Germania all’università del Saarland. Dopo essermi laureato in Ingegneria Elettronica nell’indirizzo “Controlli Automatici” ho ricevuto l’offerta di lavorare, sempre in Germania, alla cattedra di automazione dei processi industriali dell’Università del Saarland come ricercatore e preparare la mia tesi di dottorato. In quegli anni ho insegnato Sensori e Attuatori agli studenti del triennio del corso di laurea in Ingegneria elettrica. Ho lavorato a progetti di ricerca e sviluppo in consorzi internazionali formati da università e imprese europee come Alenia, ZFL, Eurocopter.
La mia tesi di dottorato in meccatronica (disciplina tecnica nata dalla fusione di Elettronica, Meccanica ed Informatica) aveva come oggetto l’utilizzo di dispositivi adaptronici per la riduzione delle vibrazioni (controllo attivo) in applicazioni aereonautiche e applicazioni relative alle macchine utensili (tornio, fresa). I dispositivi sono stati realizzati e testati con successo su modelli di aerei in scala 1:1 e sono protetti da diritti di brevetto.
Dal 2007 lavoro presso una compagnia automotive, la ZF TRW, nel ruolo di Systems Engineer Lead e guido un gruppo di 8 ingegneri di sistema che si occupano dello sviluppo di sistemi elettronici per la sicurezza passiva (ad esempio Airbag Electronic Control Unit). I nostri clienti sono quasi tutte le case automobilistiche del mondo come VW, BMW, Daimler, Toyota, Honda, FCA, Audi, Porsche.
Una delle attività quotidiane nel mio lavoro è analizzare problemi, analizzare le richieste del cliente e definire le specifiche di sistema che poi vengono implementate in Software, Hardware e Meccanica. La capacità di Analisi è dunque molto importante. Ed è proprio la capacità di analisi che ho iniziato a sviluppare negli anni del Pascal. Allora eravamo impazienti e volevamo scrivere direttamente il “programma”. Ci sembrava esagerato analizzare prima il problema, stabilire gli Input e gli Output e definire il cosiddetto Algoritmo. Ma vi assicuro che non è così. Una buona analisi del problema è più della metà della soluzione.
A questo punto di solito si chiede sempre quale potrebbe essere un consiglio da dare agli studenti attuali. Ecco anche io ne ho uno per voi: Imparate per voi, per la vostra vita e non per compiacere genitori e professori o per prendere i “voti buoni”. La differenza nell’agguerrito mondo del lavoro la fa chi ne sa di più. Accogliete dunque ogni occasione per imparare e costruite il vostro bagaglio culturale e tecnico per voi nel modo migliore. Sfruttate tutte le risorse che il Pascal vi può dare e non nascondetevi dietro ad apparenti problemi organizzativi o strutturali. Abbiate il coraggio di chiedere il perché delle cose. Siate assetati di conoscere e sono sicuro che il Pascal può dissetarvi o indicarvi il modo per farlo in futuro. Un caro saluto da un ex alunno della vostra scuola.

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