Sentirsi soli tra la folla

Baby gangs, abuso di droghe e di alcolici, anoressia, bulimia, suicidio: il disagio giovanile è uno degli argomenti più scottanti che i mass media riportano quasi quotidianamente all’attenzione del pubblico. I giovani di età compresa tra i 13-18 anni vivono situazioni particolari legate all’adolescenza e al loro complesso mutamento fisico e caratteriale.  I ragazzi si ritrovano a voler vivere nuove esperienze, alcune di esse dovute all’adattamento alla massa che può degenerare nell’utilizzo di droghe o entrare in baby gangs, portandoli sulla strada della delinquenza, altri, invece, incominciano a non accettare il cambiamento del proprio corpo facendo nascere una vera e propria ossessione per sembrare, voler apparire delle persone diverse arrivando, talvolta, all’anoressia. Ma perché accade ciò? Difficile spiegarlo, non sappiamo cosa scatta nella mente di un adolescente: “Può essere, forse, una delusione amorosa? Può essere un voto negativo? Una sconfitta scolastica? Problemi in famiglia?” L’importante è, però, cercare di aiutare chi si trova in questa situazione perché lo potrebbe portare all’autodistruzione, a superare quella soglia di non ritorno, trascinato inconsciamente in un turbine di stati d’animo, azioni che, nei casi più gravi, lo potrebbe portare alla morte o al suicidio. La chiave di lettura, forse, per aiutarli a migliorare la loro situazione è l’ascolto. Molti sono i giovani che hanno bisogno di un consiglio o semplicemente sapere di essere circondati da persone amiche, pronte ad aiutarti ed è compito di chi ascolta preoccuparsi di non interferire direttamente ma di consigliare di rivolgersi a personale specializzato, nei casi più gravi. I silenzi nascondono tantissime parole, dobbiamo riflettere sulla necessità di avvolgere di maggiori attenzioni chi ci circonda. Ci riusciremo?

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