Il femminicidio nel tempo. Urliamo basta al femminicidio…di @Antonella Turchiarelli

Oggi come ieri la donna in società non viene apprezzata e trattata come gli uomini, è vittima di violenza fisica e psicologica in ambito lavorativo e famigliare. Tutti i mezzi di comunicazione ci danno notizie sconvolgenti, la violenza molto spesso si trasforma in omicidio. Ieri la donna in famiglia doveva subire dai padri e dai mariti ogni tipo di maltrattamento e quando accadeva l’omicidio quasi si pensava che la donna l’avesse meritato. Oggi invece la situazione è un po’ cambiata perché per fortuna esistono persone con una mentalità più aperta che considerano la donna non sottomessa ma alla pari dell’uomo. Come si può arrivare al femminicidio? Cosa si può fare per evitarlo? Tante volte i casi di violenza non vengono raccontati  per vergogna, per timidezza o per paura della reazione dell’uomo così aumentano sempre di più i femminicidi. Per cercare di fermare questo fenomeno si deve dare più ascolto alla donna e non essere superficiale su situazioni così delicate. Sarebbe opportuno organizzare degli incontri dove le vittime di violenza possano raccontarsi e condividere le storie per darsi forza l’una con l’altra, ma molto più importante è sensibilizzare ed educare fin da bambini alla non violenza. Diciamo basta a ogni tipo di violenza sulla donna, diciamo basta a chi pensa e fa finta che il femminicidio sia un fenomeno superficiale, diciamo basta a quelle persone violente nei confronti di una donna. Invece diciamo sì a centri di ascolto, diciamo sì a intensificare le pene, diciamo sì alla tutela della donna sotto tutti gli aspetti.     

 Antonella Turchiarelli, classe 3A IC Martin l. King – Accadia

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