Natale oltre confine

Come sappiamo, in Italia il Natale è case e vetrine che splendono di decorazioni, tavole imbandite, feste e cenoni. I piccoli scrivono a Babbo Natale, si decora l’albero, si visitano mercatini e si respira un’aria di felicità e benessere.

Ma il Natale è una festa per tutti? È il Natale di tutti i bambini?

Natale tra Bielorussia e Polonia

In questa parte del mondo il Natale è quello dei bambini disperati, piegati da freddo e fame, intrappolati insieme alle loro famiglie in una foresta al confine tra Bielorussia e Polonia. Intere famiglie vengono respinte anche con l’uso della violenza, per impedire loro l’accesso in Europa. L’ultimo di una catena di eventi è stato la morte per assideramento di un bambino siriano di un anno, dodicesima vittima dall’inizio dell’emergenza. Le guardie polacche usano cannoni ad acqua, granate stordenti e gas lacrimogeni per disperdere le migliaia di migranti, bambini compresi, che si trovano in stallo da agosto. L’UE e la Polonia hanno l’opportunità di salvare vite ed è vergognoso che si discuta se farlo o meno. Per aiutarli c’è bisogno che si dia loro l’accesso al territorio europeo. In secondo luogo, si deve chiedere a gran voce l’accesso umanitario senza ostacoli per fornire alle famiglie cibo, medicine, riparo e protezione. Citiamo la testimonianza fornita da Natalia Gebert, operatrice dell’associazione Dom Otwarty che insieme ad altre organizzazioni umanitarie si adoperano per risolvere la crisi umanitaria: “Le persone muoiono perché invece di ricevere aiuti, invece di avere qualcuno che ascolti le loro storie per decidere se meritino asilo o meno, vengono gettate nei boschi oltre la rete del confine Bielorusso come fossero sacchi di patate…questo non dovrebbe accadere in un grande paese europeo nel XXI secolo.”www.agensir.it www.savethechildren.it

Non è il Natale di tutti: esistono gli invisibili, i disperati che non hanno voce e che vedono infrangersi i loro sogni di salvezza contro un muro o come si infrangono le onde del mare sugli scogli, quello stesso mare che diventa la loro tomba. Non si può essere solo gli spettatori di una tragedia umana di tali dimensioni.

Le alunne della 3^A

I.C. “GRIMALDI-GIOVANNI PAOLO II”

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