Articolo vincitore del mese di Novembre. Cosa sono i diritti?…@Sara Aghilar

Cercando sul dizionario la parola diritto troviamo scritto: “Delle norme che non possono essere alienate cioè vendute, cedute o trasferite ad altri: sono proprietà del
singolo individuo e della collettività dalla nascita”.
Il che vuol dire che persino un bambino appena nato ha dei diritti in quanto essere umano e non deve ottenerli o guadagnarseli perché gli spettano in quanto persona di
uguale importanza a qualsiasi altro uomo.
Tra i principali diritti possiamo citare il diritto alla vita, la proibizione della schiavitù e della tortura, il diritto all’uguaglianza, il diritto alla libertà di movimento, di pensiero, di
espressione, di coscienza e religione.
Eppure documentandosi su storie che avvengono nel mondo non si può dire che questi diritti siano pienamente rispettati.
Per citare solo una tra le tante volte in cui succede si possono nominare i numerosi casi di morte delle donne iraniane che pagano con la vita il loro diritto alla libertà e
all’identità; diritti negati da altri umani che non hanno niente che permetta loro di essere così potenti sulla vita di queste persone e delinearla come se il mondo fosse
pieno dei loro burattini.
Non stiamo parlando di avvenimenti molto lontani dai nostri tempi ma cose che succedono mentre noi nella nostra vita quotidiana a volte neanche ci rendiamo conto
di quanta libertà abbiamo nel nostro Paese.
Tra le varie storie possiamo parlare di quella di Mahsa Amini, ragazza a cui è stata strappata la vita a soli 22 anni perché non portava correttamente il velo.
Da alcune testimonianze sappiamo che la morte è avvenuta in seguito ad un violento colpo alla testa, o per meglio dire a schiaffi e bastonate ma, ufficialmente, per il mondo
intero la causa della sua morte è stata un infarto.
Eppure una morte da infarto non ti riempie di lividi, non ti fa svenire per le percosse troppo forti e non avviene per mano di qualcun altro.
Lei è un simbolo di questa lotta ma dietro ogni manifestazione ci sono storie di persone che vogliono semplicemente avere la libertà di parlare, vivere e pensare senza dover
scegliere tra essa e la vita.
Gli ottocento manifestanti finiti sotto processo sono accusati di raduno e cospirazione contro la sicurezza del Paese, propaganda contro il regime, disturbo dell’ordine
pubblico, sommossa, incitamento all’omicidio, ferimento di agenti di sicurezza e danneggiamento di proprietà pubbliche.
Queste persone non vogliono lottare contro il loro Paese, vogliono lottare contro chi impedisce di vivere in quel Paese, vogliono avere una voce e vogliono essere padroni
delle loro scelte. C’è davvero qualcosa di sbagliato in ciò? C’è davvero qualcosa di sbagliato nel voler prendersi ciò che già dovrebbe essere loro? Se i diritti
appartengono ad ogni singolo individuo della comunità non dovrebbero poter godere di questa normalità?

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