Il coordinamento Provinciale di Libera Foggia, l’associazione antiracket “Luigi e Aurelio
Luciani” e la fondazione antiusura Buon Samaritano prendono spunto dalla sentenza
(l’ennesima) emessa qualche giorno fa dal Tribunale di Bari che ha condannato tre
persone legate alla criminalità organizzata di Foggia, alle quali è stato contestato il
metodo mafioso, per commentare la piaga della mafia e della mafiosità presente nel nostro
territorio.
Preliminarmente, esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al Procuratore Capo della
Repubblica di Foggia, dott. Ludovico Vaccaro, per la posizione assunta ultimamente
rispetto a tale argomento e per il contenuto delle sue recenti dichiarazioni e gli rivolgiamo
la nostra più viva gratitudine per l’abnegazione e la passione con cui sta difendendo la
nostra Città dall’aggressione criminale. E lo stesso ringraziamento va rivolto al Prefetto
ed alle Forze dell’Ordine tutte per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità
organizzata sul nostro territorio.
Siamo certi che Foggia non è una città mafiosa ma, al contempo, non possiamo ignorare
la presenza della “Società”, un’organizzazione mafiosa che intacca il sistema economico
con gravissimo nocumento per l’intera collettività.
Tale presenza mafiosa, lungi dall’essere una percezione soggettiva, è stata accertata con
sentenze passate in giudicato e, pertanto, costituisce una realtà amara con cui confrontarsi.
Tanto, inoltre, può essere tranquillamente confermato dalle scriventi associazioni in
quanto nella nostra storia associativa abbiamo incontrato numerosi cittadini vittime di
estorsione ed usura, che ci hanno raccontato di essere stati minacciati e piegati dalla forza
intimidatrice del vincolo associativo delle organizzazioni criminali, l’elemento che,
secondo l’art. 416 bis, contraddistingue l’associazione di tipo mafioso.
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Questa piaga deve essere debellata perché determina l’impoverimento del tessuto sociale
ed economico della nostra città, impedendone lo sviluppo e la condivisione della legalità
e della giustizia sociale.
Le istituzioni e la società civile, unitamente ai familiari delle vittime di mafia e a coloro
che hanno avuto il coraggio di denunciare atti di natura mafiosa, hanno dovuto attendere
moltissimi anni affinché fosse riconosciuta e dichiarata la natura mafiosa delle
organizzazioni criminali del nostro territorio. Tale conquista, venuta dopo lunghissimi
anni di sottovalutazioni, deve rappresentare la bussola e la guida per le nuove generazioni,
per coloro che intendono profondere il proprio impegno per l’affermazione dei principi
di giustizia e di legalità.
A costoro, che per la maggior parte non hanno vissuto personalmente le vicende degli
ultimi 40 anni, dobbiamo consegnare una verità storica, basata su fatti oggettivi, poiché,
diversamente, ci saremmo impegnati inutilmente per tutti questi anni.
In relazione a quanto sopra e con riferimento al pluralismo inteso come elemento cardine
dell’informazione, ci dichiariamo disponibili ad incontrare i giovani universitari per
offrire loro l’opportunità di confrontarsi su temi legati alla mafia del territorio ed alla
legalità con chi, da sempre, opera sul campo.
Una considerazione infine sul commissariamento del Comune di Foggia: l’opinione che
è stato frutto di una volontà politica è irricevibile e mira a screditare l’operato di forze
dell’ordine, di procure e prefetture e del Governo. Tutti, all’unanimità, senza un minimo
distinguo, lo hanno ritenuto necessario ed ineludibile.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di conoscenza autentica, di continuare ad approfondire
ed unire le nostre forze per sconfiggere la mafia e sradicare la sottocultura mafiosa che
toglie libertà e non permette a questo territorio di crescere.