A fine gara di Roma-Napoli all’esterno dello stadio Olimpico, il giornalista nigeriano Oma Akatuba, amico del calciatore napoletano Osimhen, racconta: “Aspettavo Victor dopo la partita a Roma, in questo luogo dove solo amici, familiari, intimi confidenti e agenti possono accedere.
E c’erano ovviamente gli steward a controllare. Ho visto questo ragazzo che lavorava come steward, mi ha chiesto chi stessi aspettando, ho detto Osimhen. ‘È il mio idolo’ ha detto, e ha preso rapidamente il telefono per mostrarmi tutte le sue foto.
“Così mi ha chiesto di realizzare il suo sogno che era incontrarlo e fare una foto con lui. E l’ho accontentato”.
Mentre parlavano si è avvicinata una signora, probabilmente il suo capo, ha chiesto al ragazzo di restituirgli la pettorina e di andarsene.
Forse aveva aggirato le regole sedendosi con un giocatore durante il lavoro.
A quel punto Osimhen ha chiesto alla signora di non licenziarlo, ma lei ha fatto cenni con la testa allargando le braccia ed è andata via.
Così il centravanti del Napoli ha voluto sapere dal ragazzo quanto lo pagavano e gli ha promesso: qualcuno presto ti contatterà per un lavoro”.
Possibile che, vista l’età del ragazzo, la sua inesperienza di vita e, soprattutto il suo naturale entusiasmo per aver ceduto alla gioia di incontrare da vicino un suo idolo, procurargli il licenziamento?
Non era sufficiente un rimprovero o una semplice “punizione” da parte della signora?
@Cristian de Filippo