Il diritto di conoscere i dati e il motivo della morte della ragazza iraniana Mahsa…@Martina Pagliara e Pasquale Palatella

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Il 13 settembre del 2022  Mahsa Amini, una ragazza di soli ventidue anni di origine kurdistana, è stata uccisa dalla polizia morale per non avere indossato correttamente l’hijab.  Era al mercato con la sua famiglia quando due poliziotti l’hanno fermata e, sicuramente, in quel momento non immaginava che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto la sua famiglia. Certamente conosceva i limiti della cultura del suo paese  e la mancanza del rispetto dei diritti delle donne, ma non immaginava che sarebbe morta, di lì a poco, a causa di calci e pugni datele da uomini.

Sfortunatamente, ancora oggi, sono tanti i casi di ragazze o anche donne che vengono brutalmente uccise solo per non aver indossato bene l’hijab, il velo che dal 1979 limita la libertà delle donne iraniane e non solo; ma solamente quello di Mahsa Amini è riuscito a suscitare così tanto interesse. Infatti Masha Amini è morta in circostanze misteriose dopo essere stata arrestata dalla polizia morale. La sua colpa? Solamente una ciocca di capelli che le usciva dal velo. Aveva appena 22 anni.

Siamo nel XXI secolo, l’era della digitalizzazione e ancora andiamo incontro a questi spiacevoli eventi, tante donne, anche ragazze giovani sono state uccise, picchiate brutalmente dalla polizia morale iraniana, il corpo di polizia forse più severo e spietato al mondo. Le proteste, che il caso di Mahsa è riuscito a suscitare, sono numerose e battono i record degli ultimi cinquant’anni. Al padre della giovane  è stato vietato il diritto di conoscere i dati e il motivo della morte di Mahsa, e quando è stata questa domanda ai poliziotti e addirittura al sindaco di Teheran, la cittadina dove la ragazza è stata arrestata e uccisa, intervenuto per cercare di calmare la protesta si è ottenuta un ‘unica risposta : Mahsa Amini è morta per un arresto cardiaco quando è stata arrestata e non per le percosse ricevute.

Ovviamente tutta l’opinione pubblica è certa della falsità di queste parole e risponde alle autorità iraniane postando in rete milioni di foto e video di ragazze iraniane e non che si tagliano un ciuffo dei loro capelli. Questa rivolta, espandendosi, è arrivata perfino a personaggi dello spettacolo italiano come Serena Bortone, Luciana Littizzetto, Belen Rodriguez e altre/i che hanno deciso di tagliarsi un ciuffo di capelli di fronte alla telecamera in diretta nazionale. 

Anche a nella nostra città, a piazza Cesare Battisti,  è stata organizzata una manifestazione per la libertà delle donne iraniane, durante la quale donne, ma soprattutto uomini, hanno simbolicamente tagliato una ciocca di capelli come segno di dissenso e di sostegno per quanto accaduto alle donne iraniane, donne che purtroppo devono ancora acquisire pienamente i diritti di cui invece godono le donne occidentali.

Questa potrebbe essere la rivoluzione per il mondo iraniano e per la religione islamica, per questo noi tutti, donne e uomini dobbiamo essere vicini a tutte coloro che oggi nel XXI secolo perdono ancora la vita lottando per un diritto che per noi occidentali ormai è scontato, ma che per loro è il ben lungi dall’essere raggiunto

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