Ricordo ancora da bambina, a casa della mia amata nonna, una insolita giornata di pioggia. Io con il nasino schiacciato contro la finestra a osservare le gocce d’acqua che dal cielo, copiose, scendevano. Una tazza buttata per caso in giardino cominciava a riempirsi, senza mai traboccare.
È così che ho sempre immaginato la vita, come un recipiente che mai si colma di tutta la bellezza delle nostre esperienze, di ciò che ci fa sperare, battere il cuore, e di tutte le persone che incontriamo e che in qualche modo ci cambiano e ci riempiono.
Un’esistenza così ricca forse mai potrò averla, ricca proprio come la tua, caro Emanuele.
Fra le nostre mille, infinite, interminabili e divertenti chiacchierate, mi ritorna in mente quando mi raccontasti del tuo passato, del tuo lavoro che ti portava a viaggiare per il mondo. Emozionante e frenetico all’inizio, poi sempre uguale. E fu proprio quel punto di noia che ti portò da noi, al Pascal. Quell’ansia di ritrovare nuove passioni e nuove spinte, per non fermarti, incastrato fra le maglie della routine. Ti paragonasti a Bill Murray in Lost in Translation, al bancone di un bar, di fronte alla tua risoluta presa di posizione: è ora di andare.
Ci si perde sempre nella Babele del mondo, fra milioni di lingue che non riusciamo a comprendere e che non ci comprendono. Ma tu eri diverso, riuscivi a guardare oltre, a scovare fra gli sguardi e le parole il senso profondo, interpretare ciò che non si palesa in superficie.
Sulla rubrica del telefono ho trovato le innumerevoli nostre chiamate. Due, tre, quattro ore. Non me n’ero accorta, poiché quando si vuol bene, quando si prova un affetto così profondo, il tempo non esiste, tutto intorno si contrae.
Ho ancora tanto da raccontarti, cose su cui ridere insieme e riflettere. Eppure io ora sono qui, in mezzo al traffico della mia vita, e tu sei via…
Penso a tutto ciò che hai lasciato, a ciò che sei riuscito a creare a scuola, a tutto l’amore che i ragazzi e le ragazze si porteranno per sempre nel cuore. Solo un’anima così ricca, libera, sognatrice e piena di entusiasmo, come la tua, poteva lasciare un segno così profondo.
Continuerò a immaginarti seduto al bancone di un bar, in attesa di una nuova spinta, di nuove idee e passioni, di infinite meravigliose stagioni.
Ciao, Manu, ci mancherai tantissimo.
《E Ruvide acque e vento
Solcammo
Verso liquide nobili Aurore
A Rincorrere
Al passo
In fremiti
Siderei sogni.》
This is such devastating news. I had the privilege of working with Emanuele in London, and we quickly became great ‘partners in crime’. He was incredibly vibrant, charismatic and smart, always positive, always joyful, handsome and elegant; and above all else, gentle, caring and kind. Rest well, Mani. You were loved much more than you ever knew. X