Camminando per le strade della città non sentiamoci “isolani”

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Suona la campanella …driin…si esce! Fuori da scuola salutiamo tutti.

Ritornando a casa vediamo altri ragazzi con gli zaini; tutti “isolani”, come li chiamano ironicamente alcuni adulti: non vedono quando attraversano, non osservano chi gli passa vicino, ma soprattutto non comunicano. Anche noi apparteniamo a questa generazione però ci confrontiamo su situazioni che succedono a scuola, discutiamo delle cose giuste “secondo i nostri punti di vista”.Tutti noi partecipiamo alle lezioni civiche in classe, celebriamo i giorni segnati sul calendario civico, per non “dimenticare”. Prepariamo eventi e manifestazioni che dovrebbero consolidare in noi un atteggiamento responsabile e rispettoso, il dunque è mettere in pratica. Capita spesso di assistere  a scambi relazionali tra adolescenti impreziositi da nomignoli offensivi, magari detti con poca consapevolezza e senza intenzione, è in quel momento che salta agli occhi una situazione che ci permette di riflettere. Ritornando a casa da scuola abbiamo assistito ad una rissa “scampata”, due bambini con i grembiuli stavano spingendosi e offendendosi finché un terzo “camice blu” li ha presi sottobraccio incatenandoli come in una tenaglia, come fossero anelli di una catena. Non sappiamo cosa deve aver sortito un tale effetto di riappacificazione ma qualunque cosa abbia detto i loro visi si sono distesi e le uniche rughe sui loro volti sono state quelle buffe parentesi “apri e chiudi” con dentro il sorriso. Erano il quadro dell’amicizia! Allora diventa chiaro quanto valore hanno le parole dette al momento giusto! Le parole sono importanti sia quando ci schiacciano sia quando riportano la serenità, hanno un peso e non dovremmo mai perdere la possibilità di comunicare.

Robustella Sara – Trimigno Ilenia, Classe 3^B, I.C. Perotto-Orsini, Manfredonia

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